venerdì 25 luglio 2008

L'ora del surf.

Ore 4.00, acque di Guantanamo Baia dei Porci.
Nel frattempo masturbandosi fra loro Saturno, Marte, Venere, Plutone, scatenavano giochi di buio.
Buio, bella parola. Buio va scritta spesso. Difficile da pronunciare.
Posizionati sull’arcipelago intorno a quest'isola di lattice indubbiamente stile Ikea, un tacchetto otto, una gonnellina estiva cascata in fretta. Non voglio girarmi, ci risiamo, altra stanza: potrei scrivere su AD, le migliori case in condivisione recensite per voi e perlustrate con passione dal sottoscritto.
Sfioro la partita di seta che mi trovo alle spalle con un gesto di perlustrazione sapiente, mi concedo l’indulgenza del palmo, esco dalla foschia mentale in cui verso. Cerco di non rotolare, cascando dal letto maldestramente.
Un’orchidea, disegnata da Giugiaro, con quelle labbra li che pretendono il cielo, che si attorcigliano in cima. Colleziono rarità. Lei è color lilla stemperato in un pizzico di rosa pastello, ci si potrebbe innamorare. Tanti lo già lo sono.

Ricordo la fottuta città silenziosa, incasinata su se stessa in questo luglio apatico.
I palazzi si appoggiano l’uno sull’altro facendo spazio al sole troppo vicino in questa parte del globo.
Si vede il cielo preciso, appena stirato, i marciapiedi splendono, arrivano gli stanziali surfisti di questo rito
che celebra il giorno. Incenso, tabacco, gli sciamani raccontano il giorno, appoggiano a terra i loro
copricapo senza piume. Vecchie storie di surf su questa spiaggia d’asfalto.
Parlano di vacanze. Voglio sboccare, invece regalo barocche e stupide frasi spezzate al mio pubblico di scimmie. Non ho voglia di nulla.
La piccola ninfa fuma senza stile, racconta di cure con cura, racconta storie color pastello.
La sento commentare qualcosa che mi appartiene, vedo che osserva i grondanti diari gettati ai porci.

Credo sia lui.
Si credo di essere io, ma ho un numero imprecisato di wodka tonic in corpo al momento, quindi mi appello al quarto emendamento.

Vi risparmio la critica.

Piacere L.
Capuccetto rosa, cosa ti ha detto nonna?
Non presentarti agli sconosciuti potrebbero cercare di…

Non dirlo,

non dirlo,

non dirlo,

non dirlo ti prego.

…entrarti nelle mutandine.

Perché lo hai detto cazzone, erotomane che non sei altro? Avrà 25 anni, è carina, appena tornata dalla palestra. Circondata dai suoi colleghi e avrà fatto la scuola dalle suore. E tu che fai?

Non ho le mutandine questa sera, quando mi depilo completamente non mi piace la sensazione del cotone.

Dice lei.
Abiti lontano?
Dico io.
2 km.
Passeggiamo, aiuta l’orgasmo.

Lei mi guardava con sospetto poi mi sorrideva e mi teneva stretto stretto. Io non ho mai capito niente.
Lei era un piccolo grande amore, niente più. Osservo questa sfumatura che dal lilla si volge rosa e mi accorgo che lei era solo un piccolo grande amore. Lei non mente.


So fare solo cinque cose nella vita, purtroppo fra queste c’è riconoscere chi è pronto al peccato, riconoscere una piccola vendetta negli occhi. Allora divento una prostituta e divento quello che si aspettano da me.
Adoro togliere le maschere e vedere il nulla, i segni del tempo, addescare ferite.
Finisco in un sonno senza aspartame, mi alzo: un Actimelwodka per favore.
Quando ti chiedi ma dove cazzo sei finito, o dove è finito il tuo cazzo vuol dire che sei vicino a scoprire il petrolio. Ti manca ancora uno zero e sei miliardario.
Mi specchio in questa luna idiota, senza il Dio di tutti, senza pelle, mi obbligo sempre a sussurrarle: sei bellissima. Bacio la sua guancia, mi dissolvo nel nulla in una nuvola, non voglio essere vero domani mattina, anche se mi piacerebbe darle il buongiorno e vedere quella tavolozza di verdi appena sveglio.

Mi bagno i capelli, mi lavo il viso, mi lavo via da questa stanza, sfumo una sagoma fatta a matita sulla parete bianca. Apprezzerà.
Pianeta terra, avanti un bel po’ cristo, indugio.
Chiudo la porta alle spalle, faccio le scale di corsa, piango.
Dico le preghiere del mattino, rimetto tutto a posto in un cestino.

4.37. Sorelle e fratelli e voi starete sognando le vostre stupende vacanze. Vi invidio.