martedì 20 maggio 2008

Musicisti sconosciuti

Blu e rarissimi. Capelli lunghi.
Lei non è alta, ma praticamente perfetta, giusto un accenno di seno. Cielo limpido nello sguardo, anche se a volte si ha la fortuna di imbattersi in qualcosa di perfetto anche in zone dove è meno corretto far cadere gli occhi.
Sicuramente è contenta nel vedermi, me lo dice con garbo, usando gli occhi.
E’ fidanzata. Meno maliziosa e più composta di qualche mese fa.
Situazione sicuramente passeggera per un cervello a corrente alternata come il suo.
Come il nostro.

Credo che la bambina possa essere definita un piccolo genio. Studia fisica, colleziona lodi. Legge filosofia dalle sei del mattino svegliata da un padre che non vuole che si perdano le prime ore delle giornata in dispersivi viaggi Rem. Una forte passione per la musica classica la possiede, adoratrice della complessità. Colleziona casi umani, situazioni da teorizzare e studiare in nome delle ricerca scientifica. O almeno questa è la scusa.

Una delle più grandi verità della mia esistenza proviene dalla sua carnosa boccuccia.
Parole che tornano alla mente, e mi aiutano a capire le cose che mi accadono intorno.
In una discussione sul pensiero, arriva improvvisa una perla rara. I toni si scaldano e lo spontaneo fluire della nostra conversazione, attraversa territori personali.
Io come da consuetudine arrocco e metto la torre in posizione d’angolo.
La regina sferra l’attacco creando il silenzio con una piccola frase:

Cosa ti ostini a pensare e pensare. Ti fai male.
Tu non sei un pensatore, sei un ispirato.
E’ questa la tua forza.

Scacco al re.
Pensavo di essere fra i grandi pensatori del nuovo millennio o del mio condominio.
Ma l’origine dei miei pensieri, devo ammettere, non deriva di certo da un processo logico, pensato. Riconosco la partita e la vittoria alla signorina.

Passo a prenderla, ad inizio inverno, giacche pesanti, foglie a terra.
La stagione che preferisco, senza compromessi o inattesi capovolgimenti, si va dritti verso il freddo.
Decisamente interessante condividere il suo punto di vista e come vede il mondo.
Le sto dietro a fatica essendo lei una pensatrice e io un ispirato. Alla fine ci troviamo in quel punto di mezzo dove pulsione e l’intelletto si accordano che una scopata sia la soluzione migliore.
Recupero la sua adorata wodka e una borsa di ghiaccio al bar sotto casa: Sa, mi sono fatto male potrebbe farmi il favore.
Lei è decisamente diversa a letto.
Protagonista assoluta, comanda la scena. Uno spartito senza pause.
Sopraggiunge l’assolo. Si gira dandomi le spalle, sopra di me.
Come un satellite mi perdo nella privilegiata perfezione del mio punto di osservazione.
Arriviamo insieme ad un altro condiviso momento di reciproco interesse.
Poi mi subentra il pensiero, il karma e non voglio condividere il sonno insieme a lei.
Sarà scortese ma non mi va.
Finisce che la riporto a casa, senza mutandine. Le ritroverà poche ore dopo il mio coinquilino stendendo il bucato al posto mio. Immaginate un piccolo filo di pizzo, fluttuare dolcemente portato dalle correnti ascensionali, infrangersi sul volto di un'inconsapevole vittima della gentilezza.

Poesia della casualità.

Oggi l’ho rivista. A fianco la sorellina, diciotto anni appena compiuti, mostra tutto l’’interesse per il trofeo della maggiore. Arriva a paragonarmi con malizioso sguardo ad un musicista che scriveva spartiti nei primi del novecento, a me sconosciuto. La piccola condivide passioni comuni con la sorella che vanno ben oltre la musica. Strizzo l’occhio alla bambina che arrossisce.
Stai buona sorella!
Saluto occhi blu e le faccio capire che sono vivo. A disposizione.
Ora le scrivo.
Aspettiamo news.